LA STORIA DELLA FESTA DI SAN FERMO
I MORTAI DI S. FERMO
Di una datazione che riguarda l'inizio e l'usanza di fare i fuochi artificiali alla festa del compatrono S. Fermo, che cade il 9 agosto, non s'è trovata traccia, ci si può avvalere solo della memoria storica dei sant'agatesi di vecchia data. Per certo si sa che all'inizio del novecento la festa cominciava alle 5 del mattino con colpi di mortai a salve. I mortai, più comunemente detti mortaretti, non erano come quelli attuali, confezionati con carta, cartoncini e polvere pirica. Del mortaio antico ne abbiamo fortunatamente recuperato uno, il cui funzionamento cerchiamo di spiegare, è un bussolotto in bronzo, ed è grande come una bottiglietta di aperitivo, il più piccolo, e come una bottiglia di mezzo litro il grande. Esso ha la base un po' allargata con un forellino laterale per la fuoriuscita della miccia. Il mortaio, come dice il vocabolario, è un pezzo di artiglieria a lancio curvo.
Per la festa, una serie di questi elementi venivano allineati in origine fuori dall'abitato, sulla strada della Malachina e l'artificiere, dopo aver inserito la miccia, la polvere da sparo ben pressata, e chiusa l'estremità superiore con un tappo di legno, vi appiccava il fuoco, tenendosi ad una debita distanza, e i mortai, ad uno ad uno, esplodevano. Col passare degli anni i fuochi si perfezionarono, i botti divennero preconfezionati, si costruirono le ruote scintillanti, che venivano innalzate su dei pali al margine della piazza della chiesa, prima due, poi tre ruote, poi una a croce tripla, poi quadrupla, la colombina che accende le ruote e, per finire, la cosiddetta “mitraglia”, una serie di fragorosi scoppiettii che chiudevano la festa.
Franco Castelli
RELIQUIA DI S. FERMO
Fu donata da Alessandro Victricium, vescovo di Alatri, vicegerente del Vicario del Papa Innocenzo X, al Conte Gabriele Serbelloni il 10 novembre 1647. Da questi fu donata alla Chiesa Parrocchiale di S. Agata “previa, dice l'atto di donazione, ricognizione della Curia di Milano”. Proveniva dal Cimitero di S. Calepodio. Dopo la ricognizione della Curia di Milano in data 1726 fu posta in un Reliquiario d'argento “di 9 once”.
Si conserva pure in sacrestia, nell'apposita custodia “Reliquiae Sanctorum” un'altra Reliquia di S.Fermo, Rustico e Procolo, dono della Marchesa Margherita Terzi.
STATUA DI S. FERMO
La statua, dello scultore Giuseppe Nardini di Milano, fu ordinata dal parrocco Innocente Viganò nel 1902 e consegnata il 4 agosto dello stesso anno dalla Fabbrica di Statue religiose, premiata con diploma di onore da SS. Leone XIII, medagli d'argento per l'esposizione eucaristica del 1895 a Milano e Diploma di I grado nella esposizione di Arte Sacra a Lodi nel 1901. La statua misura m. 1,75 di altezza, è in papier di plastica con dipinto finissimo ad olio, e ricca decorazione in oro fino e alluminio.
IL CAMPANILE DI S. AGATA
L'attuale struttura del campanile risale al 1904 quando a causa del forte stato di degrado della costruzione preesistente, vennero effettuati lavori di consolidamento delle fondazioni, delle murature e dei sostegni dell'armatura delle campane.
L'abate Ottavio Forerio ci parlava di “...campanile est in latere evangelii in duobus campanis...” (Visita pastorale Agosto 1602.ACAM,X, Gorgonzola, vol.2) mentre dalla visita del Cardinale Federico Borromeo “...Turris campanilis est inter Cappellam et Sacrestiam ad quam patet aditus per ostium et transitum qui etiam sacristiam servit habet verticem fastigiatam et copertam cupro seu esiolo...” (4 novembre 1604.ACAM,X, Gorgonzola, vol. 22).
Nel 1650, l'allora parroco don Carlo Zanetti, descrive che la chisa di Sant'Agata possedeva un campanile, fatto in cotto, con tre campane.
Nel 1906 vengono fuse 5 nuove campane, e si ha una prima indicazione dell'altezza del campanile, cioè trenta metri.
Nel 1963 fu realizzata l'elettrificazione delle campane con comando elettronico a distesa e a concerto, nel 1967 venne installato l'orologio elettrico posto nelle campiture tra il castello delle campane e la cupola, nel 1972 venne effettuata la revisione generale dell'impianto elettrico delle campane.
L'ultima ristutturazione del campanile avvenne nel 1974, con ripresa intonaci e rifacimento della tinteggiatura con verniciature idrorepellente.